sabato 3 dicembre 2011

Un giardino per i talenti







Ambra Craighero per Wired.it



Sembra di essere catapultati in qualche scorcio di Berlino in miniatura: palazzi commerciali intervallati da giardini ben curati, dove si respira il vento di una tradizione imprenditoriale tra le più ricche d’Italia, e invece siamo a Brescia Due, il polo industriale che cerca di rinnovare e innovarsi. Ed è qui che Tag, l’acronimo di Talent Garden ha messo il primo seme. Si tratta di un giardino nato per far germogliare i talenti, che ha aperto i battenti proprio ieri sera, evolvendo il concetto americano di coworking in co-passion. “ Cerchiamo di individuare dei potenziali talenti – dice Maria Seccamani Mazzoli, presidente dell’Editoriale Bresciana – che possano estendere il nostro lavoro nella comunicazione e nell’informazione con passione”. Un tam tam per chi cerca di lanciarsi nel mondo del lavoro con le idee e l’ innovazione.

http://italianvalley.wired.it/news/2011/12/02/brescia-talent-garden-innovazione-65489.html#content

lunedì 21 novembre 2011

Mario Botta

L’uomo che ha ristrutturato la Scala di Milano e ha rifiutato di disegnare la casa di Bill Gates non si compra neppure i calzini da solo. Ce l’ha rivelato lui stesso, Mario Botta, nel corso di un’intervista esclusiva presso il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, una delle opere più celebri del grande architetto svizzero.

Ambra Craighero per GQ

lunedì 31 ottobre 2011

Ondra, l'Harry Potter delle pareti incanta anche l'Italia















Se per la terza volta Adam Ondra, il giovane talento della Repubblica Ceca ha ricevuto il SALEWA Rock Award 2011, ovvero l’Oscar dell’arrampicata assegnato all’atleta su roccia più rappresentativo della stagione, un motivo ci sarà. La motivazione dell’assegnazione al giovane atleta ceco data dalla giuria è stata: “Per il suo alzare continuamente il livello dell’arrampicata ispirando così i climber di tutto il mondo”. Noi siamo andati all'International Mountain Summit di Bressanone a incontrare ( e scoprire meglio) l'enfant prodige ceco che ha un po' l'aspetto di Harry Potter e che è soprannominato Wonder Ondra, per la straordinaria capacità di passare da un sasso all'altro come un ragno con un tocco di magnesite qua e là.

http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/31-Ottobre-2011/ondra-harry-potter-pareti-803521261890.shtml

martedì 25 ottobre 2011

Andy e la nuova vita «fluorescente» Precario? Mi reinvento ogni giorno

MONZA - Lui è ancora quello del ciuffo giallo. Nei Bluvertigo suonava le tastiere, il sassofono, il sintetizzatore ed era la seconda voce di Morgan, nonchè il co- fondatore della storica band brianzola alla fine degli anni 90' che ha lasciato il segno con quello stile un po’ british basato sulla fusione tra il genere elettronico e il suonato, applicato a diversi generi musicali. Ancora oggi tutti lo chiamano «Andy dei Bluvertigo», ma Andrea Fumagalli, che è il suo nome di battesimo, la sua mitica band e Morgan li ha lasciati da un pezzo per dedicarsi a tutto tondo all’arte e alla sperimentazione, quella che da sempre intercorre tra la musica e le arti visive, scandagliando così i legami tra gli elementi sonori e le suggestioni della vista.

NUOVA STAGIONE - Una seconda vita riscritta con l’arte nelle sue diverse declinazioni: la musica, le installazioni, la pittura. Come atelier una ex fabbrica tessile dismessa di 240 metri alla periferia di Monza, dove la notte si traduce in «fluoressenza» e il giorno è dedicato alla produzione di quadri in acrilico fluorescenti che prendono vita in una dimensione «lunare, serale e artefatta» al neon blu. «Dopo la parentesi con i Bluvertigo - racconta Andy, che ci riceve in kimono - ho deciso di vivere in una dimensione da letargo creativo e ho cercato un capannone per rielaborare i miei ricordi, i favolosi anni 80', la pop art, il fumetto, la grafica,insomma tutte le mie passioni.Vivo una forma di precarietà consapevole e produttiva che traduco tutti i giorni in curiosità».

http://www.corriere.it/spettacoli/11_ottobre_25/andy-nuove-sperimentazioni_d29d7f66-fefa-11e0-b55a-a662e85c9dff.shtml

domenica 23 ottobre 2011

Il rifugio al neon di Andy




Ambra Craighero per Vanity Fair







Lui è «Andy dei Bluvertigo», alias Andrea Fumagalli, il camaleontico artista che dopo l'avventura musicale vissuta con Morgan e la band brianzola a fine anni 90' - nelle vesti di tastierista è vocalist - ha cambiato vita dedicandosi all'arte in tutte le sue forme.

Oggi l'ex tastierista dei Bluvertigo è un dj per la moda e soprattutto un pittore che si ispira agli anni Ottanta, quelli delle tinte forti, dei colori pop raccontati a colpi di acrilico con le icone della tv e dello star sistem (i manga giapponesi - come Lady Oscar, Pollon, L''incatevole Creamy -, la top model Linda Evangelista, Michael Jackson, Alex del film Arancia Meccanica ecc..).

«Mi piacciono i colori fluo che si accendono con il buio, come le idee nel cervello. Così la bordatura dei soggetti che danno l'idea della centratura e della rotondità. Adoro Andy Wahrol, Keith Haring, Brian Heno, David Bowie e tra gli architetti, Gaudì».

Un viaggio visionario tra art-design, atmosfere, performance, grafica e fumetto, insomma, un collage che proviene direttamente dal cassetto dei ricordi, rielaborati in salsa acida e new pop nel capannone industriale Fluon, nella periferia di Monza. «Vivo una dimensione totalmente creativa. Suono, dipingo, creo, cucino. Sono tutte esperienze totalizzanti che mi consentono di respirare con il metodo, la capacità di autocritica e il sogno di riuscire un giorno ad autoprodurmi. La sfida è reinventarsi ogni giorno».

E il calendario è ricco di eventi: dalle serate dj per le diverse maison (Diesel, Fiat, Coveri, Carlsberg e Redbull, solo per citarne alcune); alle installazioni pittoriche e sonore che gli fanno fare il giro del mondo con gallerie ed esposizioni. «Vivo l'arte e la applico in ogni frangente della mia vita. Il nuovo Andy è figlio del primo, con l'evoluzione poliedrica di tutto ciò che mi è sempre appartenuto: dagli oggetti feticci (un Goldrake santino nella sua camera fluorescente al neon blu), alla passione per gli abiti (vanta una splendida collezione di kimono giapponesi e almeno 300 paia di scarpe). «Il mio guardaroba è la fotografia sgargiante di quello che sono, così come il neon blu è lo specchio di una dimensione da alieno urbano».

http://www.vanityfair.it/people/italia/2011/10/22/andy-bluvertigo-a-casa-delle-star

martedì 18 ottobre 2011

Libera (e precaria)

Se precaria significa essere libera, io sono libera e precaria.Vivaiddio! Il problema del precariato è presente in tutti i settori, nel giornalismo poi è una lotta contro i mulini a vento. Ci sono precari di lusso e precari dignitosi, oltre a quel sottobosco che ruota nel mondo dell'editoria e che lotta per la "sopravvivenza", non potendo negoziare al meglio con gli editori per mancanza di potere nella fase contrattuale.Di ben altra natura la lotta interna dei giornalisti a contratto che difendono i privilegi senza "evolvere". Mi pare grottesco con l'avvento delle piattaforme integrate e della multimedialità.Oggettivamente,non vedo uno sbocco, una via d'uscita: troppi cavilli, troppe metastasi.

I quattrini che girano nel mondo dell’editoria sono sempre di meno, i quotidiani si vendono poco e la realtà del web è trattata ancora con sufficienza e scetticismo dagli addetti ai lavori. C'è una lentezza siderale in tutto, anche nella consapevolezza. Basti pensare alla ipocrisia che c'è nel trattare l'argomento Berlusconi.

L’unica via d’uscita è la consunzione fisica: al centrodestra fa ancora molto comodo perché è l’unico capace di portare i voti degli elettori ed è anche l’unico con un invidiabile carisma. L' alternativa sarebbe Alfano che non è nè un faro, nè un lumino da mettere sulle tombe dei defunti. Il vero problema è che non è mai esistita un’opposizione perché il centrosinistra italiano è la caricatura di se stesso, perché il Pd è una centrifuga di errori senza fine e senza leader. Quindi la realtà è che Berlusconi è in crisi da cinque anni ma continua a esistere perché non c’è nessuno in grado di levargli la sedia
. Bisogna avere talento per portare via la sedia a qualcuno e mi fanno ridere quelli che scioperano tanto per alzare il vessillo al cielo,senza essere nè affamati e nè folli.

mercoledì 5 ottobre 2011

Noi ci mettiamo le idee, qualcuno ci creda

MILANO - Che le idee diventino impresa. In una sera. E' questo il motto della StartuParty che si è svolta nei giorni scorsi al Collegio di Milano, uno dei più prestigiosi collegi universitari della città, per questa occasione aperto a tutti. Un evento che ha chiamato a raccolta più di 500 persone con il pallino dell'innovazione, nato grazie all'iniziativa di giovani venture capitalist, business angel (ovvero investitori pronti a fare sinergia con chi presenta le idee, cercando di mettere a disposizione con un atteggiamento solidale, l'esperienza manageriale acquisita nel tempo), ex startupper con varie esperienze sul campo che si sono confrontati su nuove idee di impresa e sulle possibilità di tradurle in business reali. Qualcuno ha dei progetti che vuole realizzare; altri hanno i capitali da investire. Se l'incontro va a buon fine, il business parte.

RICETTA ANTI-CRISI - E' una ricetta contro la crisi, il tentativo di mettere in contatto domanda e offerta di nuove idee. I giovani aspiranti imprenditori, ventenni o poco più, parlano il linguaggio delle nuove tecnologie. Gli operatori economici cercano nuovi talenti e nuove formule per trovare nuovi spazi nel mercato. «C'è in atto un nuovo fermento - sottolinea Emil Abirascid, direttore della rivista Innov’azione e amministratore delegato di Startupbusiness - e si moltiplicano le startup così come le possibilità di incontro con il mondo imprenditoriale, è in atto un rinnovamento strutturale. E tra il mondo accademico e le imprese c'è networking, una formula che sarà più forte della crisi.Le start up possono essere una risposta».

http://www.corriere.it/economia/11_settembre_25/startuparty-incontro-startup-finanziatori_976376d6-e757-11e0-a00f-4bc86d594420.shtml

http://video.corriere.it/innovazione-business-confronto/70dfbe10-e76c-11e0-a00f-4bc86d594420

Tante facce da startup

Ha riscosso grande successo la StartuParty che si è svolta al Collegio di Milano. Un evento con oltre 500 iscritti nato grazie all'iniziativa di giovani venture capitalist, business angel e startupper come Emil Abirascid, direttore della rivista Innov’azione, Ceo di Startupbusiness e ideatore dell’evento Percorsi dell’Innovazione di Smau.

“ È indispensabile cercare di avere visibilità nei luoghi giusti e in Italia le occasioni per fare innovazione cominciano ad aumentare ogni giorno di più. Alla StartuParty si possono incontrare possibili partner, collaboratori, venture capitalist che possono credere nelle idee, ma anche imprenditori a cui vendere un progetto ben calibrato”.

Nell'aula magna del Collegio, prima dell'inizio della festa, abbiamo assistito alla presentazione di alcune startup chiamate Road 55, dove una platea selezionata di persone si sono interfacciate con gli startupper per valutare la possibilità di diventare possibili investitori, o partner dei progetti.

http://italianvalley.wired.it/news/2011/09/23/startuparty-2011-14622.html

Matteo Ceccarini,il sound designer delle top model

Ha iniziato mixando le sue atmosfere per una giovanissima Carla Bruni. Ha registrato con il microfono lo scintillio dei coralli puri sulle passerelle per riprodurre i suoni cantilenanti sul corpo di Naomi Campbell. "Una tigre. Una avatar. Una pantera. Naomi camminava con l'istinto". Ha fatto sognare il rimpianto Ferrè, ha tradotto in musica l'istinto di Giorgio Armani o la creatività vulnerabile di Vivienne Westwood, lasciando le consolle da dj per diventare sound designer.

E così si è inventato una professione che non esisteva per vivere a braccetto con la libertà e il rischio. Che adora. "Preferisco l'incertezza alla certezza. Non voglio pensare di vivere come un mutante. Preferisco lottare tutti i giorni con la creatività e conquistarmi un piccolo punto nello spazio. Dover scegliere impone sempre una coerenza e io cerco di esserlo sempre".

Stiamo parlando di Matteo Ceccarini, l'ex dj di successo che ha ancora le cuffie tempestate di diamanti nel suo studio di una casa d'epoca a pochi passi da piazza San Sabila a Milano, ma che legge contemporaneamente Tiziano Terzani e la biografia di Patti Smith. "La musica, il mix, la magia dei suoni, sono il mio pane quotidiano. Adoro la pioggia e certi rumori impercettibili che la città nasconde. Vivo la notte rubando al silenzio il cuore. Per fortuna che con me c'è Eva (Riccobono, ndr.) che ha cambiato il mio modo di vivere. Eppure, strano a dirsi, nella mia vita quasi tutto è successo per caso".

http://www.gqitalia.it/moda/articles/2011/9/il-dj-delle-sfilate-e-delle-modelle-intervista-a-matteo-ceccarini

giovedì 15 settembre 2011

Play




Diego Zambrano

martedì 6 settembre 2011

Maria Gadù










Solo per occhi con lo sguardo perduto. Che dire con un viso simile: androgino e misogino, non fa che aizzare qualsiasi esteta che ha il senso dell'incompiuto e di quanto la natura umana è un corallario di differenze e in-differenze. Diane Arbus per Maria Gadù si sarebbe buttata dalla finestra con la leica al collo pur di sverlarla,pur di aprire il sarcofago del suo mistero,che in primo luogo è esistenziale. E lei,sicurmente borghese con la flemma della vagabonda errante,ha avuto il coraggio di "riscrivere" gli arrangiamenti di "Ne me quitte pas"di Jacques Brel. Mica fagioli. La sua versione è creditrice e debitrice allo stesso tempo e la nostra Gadù ha capito come infuocare il cielo con le note. Per chi non ha tempo da perdere.Come lei.

http://www.youtube.com/watch?v=dBwdTQf_qtg

Kurt Diemberger

http://video.corriere.it/kurt-diemberger-alpinista-cineasta-8mila-/37f0953a-d320-11e0-874f-4dd2e67056a6

martedì 9 agosto 2011

Nives Meroi e Romano Benet, alpinisti per sport e per amore










Ambra Craighero per GQ


Un passo dopo l'altro, a braccetto con il record di essere la prima (e finora unica) coppia di alpinisti al mondo ad aver scalato, fianco a fianco, 11 delle più colossali cime del pianeta, Everest e K2 comprese. Sempre insieme. Anche nella vita di tutti i giorni. Ma la storia di Nives Meroi e Romano Benet è iniziata quando si sono innamorati a diciott'anni. "Coronata poi da una luna di miele in ogni cima del nostro "K in 2" - sussurra Nives Meroi - senza i facili eroismi o le conquiste individualiste di uno a discapito dell'altro".

Incontrandoli nella cornice del Mistero dei Monti, un festival nelle Dolomiti - dopo aver fatto trekking con loro fino alla Malga Ritorto - , hai fin da subito l'impressione che loro due e la montagna sono una cosa sola. Con purezza e semplicità hanno scalato le cime più alte del pianeta senza nessun portatore di alta quota (sherpa), senza bombole di ossigeno e neanche quella in dotazione per l'emergenza. La loro tecnica di salita è ancora più esigente e raffinata: si accampano alla quota raggiunta e il mattino seguente smontano la tenda caricandosela in spalla per proseguire il cammino.

http://www.gqitalia.it/sport/articles/2011/8/nives-meroi-e-romano-benet-alpinisti-per-sport-e-per-amore


domenica 7 agosto 2011

Addio "comanda" l' hi tech entra in cucina










MILANO - Il tablet pc di Apple, dopo aver venduto un milione di pezzi nel mondo, va ora alla prova dei ristoranti e degli chef che mandano definitivamente in pensione il menù di carta e la «comanda» tradizionale. E tra non molto, forse, anche il maitre incaricato di raccoglierla. Il binomio hi tech - cucina ha trovato le sue origini nel Regno Unito, dove il rinomato chef Gordon Ramsay, diventato una vera star grazie alla guida Michelin e ai programmi tv che conduce, ha dato il via alla trasformazione culturale e sociologica delle cucine usando per primo nel suo ristorante di Londra, l'iPad per la carta dei vini.

http://www.corriere.it/cronache/11_agosto_06/craighero-hi-tec-ipad_e3ad011a-c047-11e0-a13e-1a638a1f4d09.shtml

http://www.corriere.it/gallery/cronache/08-2011/chef/1/piatto-ipad-_20c9035e-c049-11e0-a13e-1a638a1f4d09.shtml

http://video.corriere.it/nella-cucina-tecnologica-chef-alberto-riboldi-/33a4a2da-c049-11e0-a13e-1a638a1f4d09

sabato 30 luglio 2011

DAILY WIRED NEWS MEDIA Summer Jamboree, 10 pezzi rock 'n' roll tutti per voi











di Ambra Craighero per Wired

È come salire sulla macchina del tempo del film Ritorno al Futuro, per poi catapultarsi nei meravigliosi anni '40 e '50, dove in ogni angolo delle strade di Senigallia (in provincia di Ancona) le band suonano swing, jive e doo-wop e la gente sembra uscita direttamente dal set di Gioventù bruciata. E dire che questo festival, il Summer Jamboree, era partito 12 anni fa in sordina tra lo scetticismo generale. E quest'anno riparte il 30 luglio fino al 7 agosto.


Provate a pensare a una rassegna di
nicchia, più vicino alle logiche underground di chi suona dentro ad un garage che alle fanfare di massa. L'idea di trasformare Senigallia, - con la sua rotonda sul mare e un romanticismo da balera - in mondo a parte che non fosse solo musica per gli amanti del genere, ma anche sociologia, costume, revival di un'epoca, è di Angelo Di Liberto, il direttore artistico che, insieme ad Alessandro Piccinini e Andrea Celidoni, ha saputo far rivivere uno stile di vita che non è mai passato di moda. Cresciuto a pane e rock, ciuffo impomatato alla maniera di The Pelvis, rigorosamente con la tricofilina, ancora oggi ha una Chevrolet Bel Air del 1953 come utilitaria, una famiglia vestita anni '40 e un armadio con oltre mille vinili. Per chi non volesse mancare, eccovi le perle: ci saranno gli esuberanti The Bobbettes, i Cleftones, per la categoria emergenti Si Cranstoun (UK). Per i big non mancherà lo statunitense Big Sandy, affiancato dai formidabili italiani Good Fellas, un movimento orientato verso la root music americana, il country tradizionale e il western swing.

http://daily.wired.it/news/media/2011/07/29/10-migliori-canzoni-summer-jamboree-13850.html

venerdì 29 luglio 2011

Pietro, startupper: "Finanziamo la scuola pubblica online"











di Ambra Craighero per Wired

Solo nove mesi fa Pietro Marigo aveva una vaga idea di business, così come molti suoi coetanei che sono, sì super formati (specializzati con master e stage di ogni ordine e tipo), ma che devono fare i conti, oltre che con le idee, anche con le difficoltà di trasformare i propri sogni in business plan.

E non poteva certo immaginarsi che la sua vita sarebbe cambiata grazie a una startup. Quando quella mattina dello scorso ottobre, con passo deciso, ha varcato la soglia del The Hub per prendere parte alla Startup Weekend di Milano insieme a 200 partecipanti, non conosceva nessuno e non era nemmeno tanto sicuro di entrare tra i migliori progetti hi tech.

http://italianvalley.wired.it/news/2011/07/29/startup-school-raising-13840.html

giovedì 28 luglio 2011

Alex Belini, il maratoneta che corre come Forrest Gump










di Ambra Craighero per GQ

Alex sta correndo cinquemila chilometri coast to coast negli Stati Uniti, tra deserti e steppe, con una media di 70-74 km al giorno per 70 giorni. Una "sfida" a Forrest Gump. Ma anche a sè stesso.

Alex Bellini l'avevamo incontrato tre mesi fa, mentre si allenava nella frazione di Gazzolo d'Arcole, un pugno di case tra Verona e Vicenza. Ora è alla 34°tappa della prima edizione della NYFootrace, la corsa attraverso l'America già ribattezzata la "Forrest Gump Race". Un omaggio al personaggio interpretato da Tom Hanks nel film di Robert Zemeckis che una mattina si alza e segue l'impulso di correre per tre anni di fila da una costa all'altra degli States, senza un vero motivo. Alex, invece, un motivo ce l'ha: sta correndo coast to coast, per superare ancora una volta se stesso. Dopo la traversata a remi del Pacifico, la corsa a piedi in Alaska, la traversata oceanica in solitaria da Genova al Brasile (e poi dal Perù all'Australia) su una barca di 7,5 metri, ora è il turno di una corsa da 5000 km - 70 al giorno, per 70 giorni. Da Los Angeles a New York.

http://www.gqitalia.it/sport/articles/2011/7/alex-belini-maratoneta-emulo-forrest-gump

giovedì 21 luglio 2011

Un esercito di start-up









La storia di UpLab, un incubatore con 24 persone e 8 società che collaborano condividendo strategie e spazi

BRESCIA - Il mondo sta rimanendo senza geni... Einstein è morto, Beethoven è diventato sordo... e io incomincio a non sentirmi bene. Questa frase di Woody Allen è il messaggio che scorre sul desktop del Mac di Nicola Zanola, un 26enne che da due anni è diventato businessman insieme agli amici (e soci) Marco Capacchietti e Matteo Taesi, creando dal nulla due realtà: Uplab e Connect, integrate da una formula che veicola anche il coworking.

domenica 17 luglio 2011

Effetto Woody







Il mondo sta rimanendo senza geni... Einstein è morto, Beethoven è diventato sordo... e io incomincio a non sentirmi bene.

Woody Allen

venerdì 15 luglio 2011

Dattoli, startupper a 20 anni: "Ci prendevano per alieni"









Ambra Craighero per Wired

Un buco per cominciare, qualche risparmio, due mac e un sogno chiamato digital marketing. E poi collaborazioni gratuite per farsi conoscere. Così è partita Viral Farm.

È cresciuto a pane cioccolata e tecnologia (con il dono della sintesi), avendo come modello la storia di successo di Steve Jobs, spaziando tra l'informatica, i contenuti e i media.


Davide Dattoli ha 20 anni ed è l' anti-bamboccione da cui prendere appunti: da un anno è Digital strategist della Viral Farm, una social e mobile agency bresciana da lui creata insieme a due soci (quasi coetanei), che si occupa di dare visibilità e viralità ai marchi, grazie all'incrocio di più piattaforme. In tasca ha un diploma del liceo scientifico ed è iscritto al secondo della facoltà di Economia e commercio a Milano. Studia nel tempo libero e lavora dalle 12 alle 14 ore al giorno. Non ha fretta, anche se corre come Usain Bolt, il suo idolo. Crede nel presente e cerca di tradurre il futuro con le app e i tablet in testa.

" A 18 anni ho iniziato a capire che dovevo provare a germogliare da solo", dice Dattoli: " e cercavo fondi, leggevo riviste specializzate, fiutavo occasioni per incontrare le imprese o andavo alle startup per conoscere altri startuppers come me in cerca di un'idea da mettere in pratica. Ho sempre desiderato vivere sulla mia pelle il concetto di esperienza d'impresa". E continua: " Le grandi intuizioni aggregative dentro la rete, come quelle di Steve Jobs, sono rivoluzioni prima culturali (e di massa), e solo in un secondo momento tecnologiche".

http://italianvalley.wired.it/news/2011/07/13/startup-dattoli-ventenni.html

In volo con il parapendio. A 93 anni











MADERNO (BS) - Per avere un assaggio di cosa sia il parapendio, il volo libero tra le montagne e il lago di Garda, basta andare a Toscolano Maderno, località turistica nota ai velisti, agli amanti delle barche in genere, del wind surf - per il clima mite e temperato - , ma anche agli amanti del volo per aver trovato una mascotte insperata: Mario Negri, un arzillo 93enne che si libra nell'aria come un gabbiano, accompagnato dal suo istruttore Alberto Zucchi, della scuola del Volo Libero di Brescia. Ci troviamo insieme al nostro eroe alle 8.30 del mattino al chiosco de Poli per un cappuccino, prima di arrivare alle pendici di San Michele, dove ci aspetta una salita impervia (non asfaltata) tra selva, radura e sassi. Mario arriva come uno sposo d'altri tempi con in mano la raccolta delle Rime nuove di Giosuè Carducci: calze bianche, mocassini di pelle bianchissimi appena lucidati, camicia di seta a maniche corte, pashmina sottile color avorio.

http://www.corriere.it/cronache/11_luglio_12/vecchio-volo-con-parapendio-ambra_a289dc90-acc8-11e0-96a7-7cc3952b9d04.shtml

http://www.corriere.it/gallery/cronache/07-2011/ambra/1/parapendio-93-anni_4e124068-acc7-11e0-96a7-7cc3952b9d04.shtml

http://video.corriere.it/volo-il-parapendio/d7af1146-aca1-11e0-96a7-7cc3952b9d04


Bau Bau beach













MILANO - Il lago di Garda sta diventando un piccolo paradiso per i proprietari di cani che vogliono trascorrere le vacanze con i loro amici a quattro zampe. Dopo Peschiera del Garda è nata una «bau beach» anche a Toscolano Maderno. Poi da settembre Salò si doterà di due aree per accogliere gli animali. Iniziative che vanno nella direzione di quanto chiesto dal ministro del Turismo, Michela Brambilla: «Una famiglia su tre nel nostro Paese convive con un animale. Così negli altri Paesi europei. Offrire servizi ai turisti in questa direzione ci rende più competitivi». Un sito, turisti a 4 zampe, raccoglie tutte le notizie e le indicazioni per trovare le strutture dedicate a chi viaggia con cani e gatti.

http://www.corriere.it/animali/11_luglio_11/spiaggia-cani_8bc748e8-abcf-11e0-a665-5070e23b7a33.shtml

http://www.corriere.it/gallery/animali/07-2011/cani/01/bau-beach-garda_497c2eec-abc8-11e0-a665-5070e23b7a33.shtml

mercoledì 6 luglio 2011

Un hotel per il pensiero










di Ambra Craighero per Wired


Non è un set di un film coreano dove certi luoghi indefiniti passano come meteore e non si capisce mai bene cosa siano. Non è nemmeno il revival del motel gestito da Norman Bates a prova di fango e delitto del celebre film di Alfred Hitchcock. Eppure il JHD Hotel (acronimo di Jean Henry Dunant), è qualcosa che alimenta una sottile suspance quando si arriva a Castiglione delle Stiviere, la cittadina nel mantovano che ha dato sì l'idea (e l'avamposto di soccorso) a Dunant, - clochard e visionario fondatore della Croce Rossa nel 1859 -, ma anche i natali (d'ispirazione) a Domenico Modugno che un secolo dopo scrisse Volare.

Aneddoti curiosi a parte, siamo andati a visitare un hotel del pensiero che funge da albergo (non tradizionale nel concept, ma nelle funzioni) che è soprattutto un incubatore/lab di idee, un museo del design e un viaggio mentale da vivere in 78 incredibili stanze rilette artisticamente da Ermanno Preti, un designer che è più avventuroso di Fitzcarraldo e ha una vaga somiglianza con Klaus Kinski dei tempi d'oro quando era l'alter-ego di Werner Herzog.


http://daily.wired.it/foto/2011/07/06/hotel-jhd-pensiero.html

http://daily.wired.it/foto/2011/07/06/hotel-jhd-pensiero.html?page=1#content

martedì 5 luglio 2011

L'hotel delle emozioni











MANTOVA - Il nome è in onore di Jean Henry Dunant, primo premio Nobel per la Pace (1901) e fondatore della Croce Rossa nel 1859. Siamo a Castiglione delle Stiviere, a due passi da Mantova e dal Lago di Garda dove il ginevrino Dunant iniziò ad assistere i feriti di ogni nazionalità con l'idea di creare la più grossa associazione umanitaria del mondo. Non solo, Dunant che viveva in estrema povertà e senza fissa dimora, cullava progetti sempre più velleitari sollecitati dalla passione umanitaria. Ed è sulle ali di questi rimandi storici, sociali e simbolici che l'imprenditore Eugenio Gallina ha pensato di costruire un hotel che ripercorre in 78 stanze il pensiero di Dunant, affidando l'estro artistico della rilettura al designer Ermanno Preti. Solo che l'albergo, non è soltanto un hotel, bensì un incubatore di idee, un laboratorio, un museo a cielo aperto con pezzi di alto design e rielaborazioni reciclate da lattonieri specializzati.

MECENATE - «Il progetto è molto ambizioso e ci piaceva l'idea di sperimentare linguaggi per omaggiare Dunant - dice Gallina, 29 anni -, ma anche per far rivivere l'idea della committenza artistica in un contesto di assoluta libertà creativa. Chi viene qui, può vivere un'esperienza e, se possibile, deve cercare di viverla senza stereotipi. La storia, la figura di Dunant, gli aneddoti e il pensiero di un grande uomo morto in povertà, possono contribuire ad una formazione diversa, il meno sincopata possibile».

UNDERGROUND - Arriviamo davanti all'hotel che sembra un'architettura avveniristica - lontana anni e luce dal solito modello dei complessi alberghieri- , ci chiediamo se è un parcheggio, o un museo di arte contemporanea in via di definizione, o tutti e due. Sulla nostra sinistra la Coop e i centri commerciali. Entriamo in un tunnel che ricorda certe serpentine underground, dove i murales e la creatività - un serpente giallo stilizzato lungo una ventina di metri è appollaiato nel giardino - si tengono per mano. La hall è un concentrato artistico di messaggi: dal guest book sui muri, alle sedie senza due gambe, ai mobili affissi alle pareti, al neon che racconta il passaggio «del movimento delle cose».


http://www.corriere.it/cultura/11_luglio_04/craighero-mantova-hotel-stanze-dunant_1a7f4166-a668-11e0-89e0-8d6a92cad76e.shtml

http://www.corriere.it/gallery/cronache/07-2011/dunant/1/78-stanze-pensiero_a924aa9a-a669-11e0-89e0-8d6a92cad76e.shtml#1

mercoledì 29 giugno 2011

Il Coworking sbarca in città











Il traduttore, il giornalista free lance, il grafico, il designer, l'architetto, il fotografo, l'aspirante scrittore, l'ex writer che ha messo la cravatta e fa business con la creatività e le aziende, il contabile, l'economista che fa consulenze interfacciandosi con più ambiti e competenze o il commercialista che gestisce realtà condivise. Chi sono? Sono i coworker, quelli che hanno bisogno di una postazione di lavoro ovunque si trovino,con un unico denominatore comune: tutti insieme appassionatamente in un unico ufficio, con scrivanie in condivisione - e servizi - per abbattere i costi in chiave anti-crisi, ma soprattutto per scambiarsi esperienze e know-how.Senza confini.

L’idea del
coworking viene dall’America dove gli spazi di lavoro low cost si sono diffusi da circa una decina d’anni riscuotendo un grande successo. Anche in Europa questo nuovo approccio si sta moltiplicando come un fenomeno di carattere sociologico.Stando ai dati del Coworking Institute, nel mondo ci sarebbero più di un centinaio di realtà di questo genere e il numero è in continuo aumento. Il fenomeno si è diffuso anche in Italia: Bologna ( La Pillola) , Milano ( Cowo) , Roma ( 7thfloor) e ora anche Brescia, dove ci sono già diverse realtà: dai lab (laboratori) strutturati in coworking ad aziende che si occupano della fornitura di servizi per un mercato più tradizionale, alle social agency che ragionano in chiave coworking pensando alla prossima apertura di un open space che faccia da punto d'incontro tra le idee, il business, l'architettura, il design, gli startuppers e le esigenze di un mercato flessibile in continua evoluzione.

http://www.giornaledibrescia.it/polopoly_fs/1.796459.1309059753!/menu/standard/file/BRESCIA_11.pdf

venerdì 24 giugno 2011

Camarotes de iates viram quartos de hotel em Gênova

Armadores da cidade italiana de Gênova estão oferecendo camarotes de seus barcos a hóspedes como forma de amenizar os altos custos de manutenção das embarcações. O serviço de boat & breakfast (literalmente “barco e café da manhã”) transforma os barcos, que ficam atracados nos píeres, em uma espécie de pousada fixa e flutuante.


Fotoservizio per BBC

http://www.bbc.co.uk/portuguese/noticias/2011/06/110624_iates_hoteis_bg.shtml?s

Linka, twitta e posta al Social camp

Non sono più dei marziani, anche se arrivano con un'aria disincantata e con i loro immancabili tablet, iPad, iPod e computer in mano. Sono quasi tutti giovani e hanno gli stessi codici, linguaggi, gli stessi network, gli stessi acronimi.Si sono dati appuntamento per il secondo anno consecutivo al Castello Malvezzi, un luogo che per eccellenza rappresenta la tradizione e la storia della città, per una giornata all'insegna dell'innovazione e del «fare impresa», con progetti orientati al futuro e alle nuove tecnologie. L'anno scorso per il primo social camp «Pane web e salame» gli iscritti erano 103, quest'anno ben 230 provenienti da tutto il Nord Italia. Insomma, uno sguardo oltre i confini della città per capire la profondità del social web che sempre più sta definendo il futuro del fare impresa con un orientamento aperto al confronto senza che ci siano più distanze siderali tra gli investitori, i competitor, gli esperti del settore e le idee.

http://www.giornaledibrescia.it/gdb-online/gdb/gdb-online-7.373?edizione=24/06/2011&selTestata=BRESCIA&selPage=20&searchField=PAG&viewMode=

domenica 12 giugno 2011

Quando la bandiera diventa arte











Secondo la direttrice svizzera della Biennale di Venezia, Bice Curiger, l'edizione 2011 della rassegna costituisce un grande momento di scambio e… illuminazione.


Senza confini, verrebbe da dire sotto il cielo della laguna. In una rassegna in cui i significati civili, il dialogo e il collegamento tra arte e fenomeni sociopolitici è più marcato delle altre edizioni, dove si tendeva a privilegiare un impatto più "esibizionistico" legato all'ego dell'idea e dell'artista, fa riflettere, eccome, il tema proposto dall'Istituto svizzero con il progetto Flags for Venice.


http://www.swissinfo.ch/ita/cultura/Quando_la_bandiera_diventa_arte.html?cid=30436630

martedì 7 giugno 2011

Biennale di Venezia, il look diventa un'opera d'arte










di Ambra Craighero GQ


Senza limiti, verrebbe da dire sotto il cielo della Laguna. In una Biennale delle Arti Visive di Venezia, la mostra più attesa nel mondo dell'arte contemporanea, la più prestigiosa nonché " la madrina di tutte le biennali d'arte internazionali", non poteva mancare, oltre ai significati civili, il dialogo e il collegamento tra l'arte e i fenomeni sociopolitici, il lato più trendy catapultato tra i Giardini e Arsenale, dove migliaia di giornalisti e addetti ai lavori da tutto il mondo hanno assistito al lato "esibizionistico" legato all'ego di stravaganti curatori, artisti, visitatori e chi ne ha più ne metta.

Un'oversose di colori, di improbabili e inverosibili accostamenti o provazioni: provocatoria l'idea di mettersi il burka o lo chador decontestualizzando un simbolo religioso, mentre tra le calli veneziane le vere donne musulmane erano dirette ai Giardini della Biennale oppure a fare la spesa senza battere ciglio.

Stravagante come sempre Roberto D'Agostino, l'ex disc-jockey nella trasmissione radiofonica "Bandiera gialla" con Arbore e Boncompagni, esperto di look e deusxe machina di "Dagospia", uno dei siti più seguiti per pettegolezzi e scoop sul mondo economico e politico italiano che ha sdoganato con un abbraccio e un "Ciao Bello" la celebre rissa in tv con Vittorio Sgarbi, quest'ultimo, curatore del Padiglione Italia intitolato "L'arte non è cosa nostra".

Eccovi un viaggio nella creatività,nell'ingegno,nel business e nel know-how tra i personaggi (sconosciuti) della Biennale in cerca di visibilità...Sono o non solo un'opera d'arte?

http://www.gqitalia.it/moda/articles/2011/6/biennale-di-venezia-il-look-diventa-un-opera-d-arte


venerdì 3 giugno 2011

La Biennale ai blocchi di partenza











Manca un giorno all'apertura al pubblico della 54esima Biennale delle Arti Visive di Venezia, la mostra più attesa nel mondo dell'arte contemporanea, la più prestigiosa nonché «la madrina di tutte le biennali d’arte internazionali».

Il termometro è alle stelle per un'edizione che sicuramente lascerà il segno. La «macchina del vento», come l'ha descritta il presidente Paolo Baratta durante la gremitissima conferenza stampa di presentazione della kermesse che ha catapultato tra Giardini e Arsenale migliaia di giornalisti e addetti ai lavori da tutto il mondo, è stata puntellata al meglio dalla sua regista, la curatrice svizzera Bice Curiger, prima direttrice donna di una mostra vecchia di 115 anni.

http://www.swissinfo.ch/ita/cultura/La_Biennale_ai_blocchi_di_partenza.html?cid=30383178

lunedì 23 maggio 2011

Terrence Malick

Cinque film in quarantanni di attività artistica. Si chiama ( finalmente) onestà intellettuale (e non seriale) espressa senza leggi economiche. In un mondo dove tutti cercano di apparire, qualcuno si nasconde. Malick è l'idiosincrasia verso la prevaricazione, i dualismi, il bianco o il nero, le moralità fatue dove nessuno ha il coraggio di guardarsi veramente dentro senza cambiare la propria vita con quella degli altri.

Come lui scelgo il silenzio, non potendo la serialità, cercando di dare alla mia vita più dignità possibile ( nel bene e nel male). Così che lo spazio intorno a me si possa intersecare - qualche volta e naturalmente - con lo spazio altrui. Di Malick non posso dimenticare il suo secondo film "I giorni del cielo": una splendida composizione corale che sembra uscita da un quadro di Millet, anzi, da tutti i suoi quadri, in una sintesi elementare tra cielo e granoturco.




Milan e Dolce&Gabbana














«La moda oggi è il nuovo calcio»: parola di Dolce e Gabbana, che hanno presentato nello show room meneghino di corso Venezia il libro fotografico «Milan fashion soccer players portraits» realizzato dal fotografo Marco Falcetta (Ambra Craighero)


http://milano.corriere.it/milano/gallery/milano/05-2011/dolce-gabbana_festa/1/milan-festa-dolce-gabbana-_dfd123f0-82bc-11e0-baac-f3bedd074966.shtml#1

http://video.corriere.it/milan-festa-dolce-gabbana-/c7e26ebc-82bb-11e0-baac-f3bedd074966

martedì 17 maggio 2011

E' la prima volta



E' la prima volta che ammiro Milano senza vesti: nuda, nuda come un verme e con la neve. Avevo visto il film in volo per Dubai, l'ho rivisto per riannodare i fili con la sinestesia. Questo film di Luca Guadagnino è finalmente ambizioso e decisamente sopra la media. Nelle arie ricorda i magnifici fasti di Luchino Visconti, con l'immagine protagonista assoluta. Trattasi di un simposio di semantiche e punti prospettici perfettamente allineati in una perfezione dell'inquadratura: mai banale e mai deforme. Una pellicola che mi ha ricordato le bucce del mandarino lasciate sulle stufe ad essiccare.

Il dandy a luci rosse


di Ambra Craighero per Gq

"Quando la segretaria del Vittoriale degli Italiani mi ha accolto dicendomi: "Benvenuto presidente (ndr.nel 2008), questa è la sua chiave", in un attimo ho ripensato a tutta la strada che ho fatto per arrivare fin qui, in questo magnifico sarcofago. Ho realizzato un sogno". Parole e musica di Giordano Bruno Guerri che del Vate - cioè Gabriele D'Annunzio - è un grandissimo ammiratore, nonché inquilino della Cittadella Dannunziana nella quale vive quando i molteplici impegni glielo consentono.

Solo che Guerri conosce a menadito manie e feticci dell'esistenza quotidiana del Vate, quella che ha fortemente caratterizzato la sua presenza ( dal 1921 al 1938) nelle venti stanze della Prioria (la casa del Poeta) con quella straordinaria maniacalità inventiva e accumulatoria con un unico denominatore comune: "l'estetica applicata alla vita in ogni minuzia, con la certosina volontà di essere un amante della vita, oltre se stesso e la sua rappresentazione". Cosicchè un bel giorno, Guerri, nella penombra delle stanze del Vate (che soffriva di fotofobia), inizia ad affinare il suo istinto di cacciatore d'archivi e apre i suoi nove armadi "segreti" chiusi a chiave per più di settant'anni.

Ed ecco spuntare l'invisibile: gioielli, cancelleria, abiti da casa e biancheria intima, occhiali, tabacchiere, la famosa camicia da notte con l' oblò proprio lì, 73 paia di mutande rigorosamente in seta e color avorio con le sue iniziali, così come le 30 camicie da notte, le scatolette con i peli pubici delle sue donne, oltre 300 paia di scarpe disegnate dallo scrittore, i numerosi collari per i suoi levrieri, le meravigliose sottoveste-babydoll da far indossare alle prescelte, che, per soddisfare il sublime estetismo del poeta, erano costrette a spogliarsi dai propri inadeguati abiti e a indossarne di appositi, fatti confezionare dal Vate. Non mancano all'appello gli abiti da caccia, i pigiami e le amatissime vestaglie, cappelli e cappelliere. Oltre alle curiosissime missive spedite alla sua adorata cuoca - con annotazioni quotidiane - ("Mia cara Albina, o Intingola, l' accordo di queste tre cose fritte è sublime"); schizzi per l' esecuzione degli esercizi ginnici in camera per un D' Annunzio,o "dandy abbronzato" che si fa baciare dal sole quando la moda imperante per i letterati dell'epoca era di essere contemplativi e pallidi, celebrando così un vivere inimitabile che ancora oggi è una lezione di vita.

http://www.gqitalia.it/show/lifestyle/2011/5/gli-abiti-a-luci-rosse-e-gli-accessori-da-dandy-hot-di-gabriele-d-annunzio-spiegato-al-vittoriale-da-giordano-bruno-guerri#?refresh=ce

La mille miglia e le donne

Donne e motori. E' un classico. Un mix che fa sognare. Un po’ come il pittore e la sua musa. Solo che qui, alla Mille Miglia, l'altra metà del cielo non è soltanto una figura complementare come la velina o la miss di turno a fare bella mostra di sè al paddock, ma è anche mito, passione.

Le donne qui stanno al volante. Ed è bello pensare che qualcuna tra loro possa portare con disinvoltura la tuta feticcio indossata da Steve Mcqueen durante le riprese del film “Le Mans”, in pendant alle scarpe ballerine a pois.



http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/una-freccia-rosa-trafigge-le-lady-driver-di-tutto-il-mondo-1.744090

http://www.giornaledibrescia.it/fotogallery/la-mille-miglia-e-le-donne-nelle-foto-di-ambra-craighero-7.9647

La Mille Miglia si fa «hi-tech» tra wi-fi, smartphone e gps

La «Corsa più bella del mondo» compie 84 anni. Un traguardo da leggenda, il cui fascino è rimasto quello di un tempo. Anche se oggi l'evoluzione della gara passa dalla tecnologia, che ha cambiato la kermesse. Mille Miglia è anche convergenza, fruizione e condivisione dell'evento. L'hi-tech assume un ruolo di primo piano, ridefinendo le figure di pilota e co-pilota.








http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/la-mille-miglia-si-fa-hi-tech-tra-wi-fi-smartphone-gps-e-altre-diavolerie-1.745215

http://www.giornaledibrescia.it/fotogallery/la-mille-miglia-e-l-hi-tech-nelle-foto-di-ambra-craighero-7.9688

lunedì 2 maggio 2011

Cohousing: nuove forme di vita condivisa

Vivere nel «condominio intelligente» : Ognuno da sé. E la lavanderia in comune. Famiglie e single condividono spazi e spese. Il co-housing per risparmiore e per inventare nuovi modelli di vita.

MILANO
- Fanno venire in mente le comuni degli anni 60'. Ma nulla hanno a che fare con la rivoluzione culturale e di costume di quegli anni, se non la voglia di condividere spazi e esigenze di vita. Stiamo parlando nel fenomeno del co-housing, letteralmente «abitare insieme», che sta silenziosamente proliferando in Italia sia nelle città che nelle limitrofe periferie o addirittura nelle campagne, dove famiglie, single, coppie dividono lo stesso spazio abitativo con nuove forme di condivisione e aggregazione. Il «condominio intelligente» a dire il vero tanto nuovo non è, se si pensa che già in Danimarca negli Anni '60, o negli Stati Uniti o in Canada, la filofosia del «co-housing» era una valida alternativa al classico condominio multipiano convenzionale.


http://www.corriere.it/cronache/11_aprile_27/craighero-co-housing_c4bc9c4e-70fa-11e0-ab04-b531fdc27c0d.shtml

http://www.corriere.it//gallery/cronache/04-2011/co-house/1/spazi-tempo-figli-vivere-co-housing_f7f1d8c0-70ed-11e0-ab04-b531fdc27c0d.shtml#5

giovedì 7 aprile 2011

Il sogno di Cristina Bresciani tra record e magie

Si chiama Cristina Bresciani, di mestiere fa la fornaia. Ma a renderla una vera celebrity - anzi, una donna da Guinness dei Primati - non è la sua professione ufficiale, quanto la sua passione: quella di compiere migliaia di palleggi, con un pallone, in giro per la sua città. In questi giorni si sta preparando per battere il suo precedente record - imbattuto - di 27440 palleggi in 5 ore: e così la si incontra per Brescia, ogni mattina, che palleggia salendo e scendendo da muretti, paracarri, camion in sosta, a zig zag tra un marciapiede e l'altro. La video intervista è firmata da Ambra Craighero.



http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/4/cristina-bresciani-la-fornaia-palleggiatrice-da-guinness-dei-primati

mercoledì 6 aprile 2011

Charlotte Gainsbourg






Sofisticata.Uggiosa. Falsamente magra. Androide e androgina. Seducente. Solitaria. Più dispari che pari. Più sorridente che ridanciana. Più complice dei ladri. Decisamente scalza. Simmetrica e asimmetrica con bicchieri e proporzioni in genere. Per niente circospetta. Illusa e disillusa(con charme).Decisamente senza santi in paradiso. Più sola che con qualcuno. Più di notte che di giorno. Più di wiskey che di rum. Con rare eccezioni di martini dry al crepuscolo. Più di jazz che di soul.Più di segreti che bugie.Più di sigari che di sigarette.Sometime.Spettinata.Prematura.Amante delle zollette di zucchero divise a metà (le confezioni da due incartate in una). In cerca di momenti di rara superiorità (interiore,mentale,fisica) e non necessariamente in quest'ordine. Più Amèlie Poulan che Amèlie Nothomb. Più ideale che reale. In cerca della formula per tradurre il tempo relativo ( e minimo) di un disegno al carboncino che lascia un uomo nelle lenzuola,dopo aver dormito. Ancora con il sale nella pelle. O il cloro.

Capoversi capovolti


Fin dal primo momento. Mi sono nascosta sotto le grondaie, i tombini e dentro a frigoriferi vuoti da sbrinare. Ho viaggiato sui miei passi, ho percorso centinaia di chilometri con la mente e il corpo ma lui era sempre lì, come una parete che non si stacca dal muro, come una valigia che puoi aprire solo spaccandola con la sega perchè hai perso la chiave e la combinazione numerica. Sulla mia porta c'è il poster di Charlotte Lucy Gainsbourg che guarda il cielo mentre è vestita in mare. Non annega. Sono gli altri che annegano.Lei è solo nata bagnata.

mercoledì 16 marzo 2011

Il paradigma India

L'India misteriosa con le incontrollabili periferie dell’ex impero britannico che si aprono a fisarmonica per poi stringersi in corridoi stretti come colli d’oca, valicabili solo con la pazienza del nomade incallito. L'India che ti sfinisce per ogni dettaglio che rischia di rimanere irrisolto se non si ha la situazione sotto controllo. Il mitico Gange che è sacro e colabrodo con i corpi putridi e insaponati di chi non ha altro che quest'acqua dalle migliaia di vite. Strade e marciapiedi che si sbriciolano come la pastafrolla sotto gli occhi senza motivo, mentre gli indiani sono tutti in strada, aggrovvigliati tra loro come serpenti, uniti da un destino insolubile, colorati da un senso della vita che supera l'accettazione di ogni cosa per poi crollare miseramente sotto i colpi dei resti delle grandi dinastie con il savoir faire british. E' il ricordo dei britannci che impera come modello ideale di rara superiorità, laddove tutti sanno benissimo che l'impero inglese ha depredato tutto. Eppure, ancora oggi, c'è il segno tangibile delle divise bianche (il cricket dei ricchi, i lord, indiani, le divise nei grandi alberghi, l'ora del thè, ecc.), per non parlare delle auto ambassador bianche un pò retrò, che sfrecciano in mezzo alle pozze di fango dove vivono 365 giorni l'anno file interminabili di intoccabili.




martedì 15 marzo 2011

Il mio monson wedding

JAIPUR (INDIA) - Tra poche settimane l'Europa seguirà in diretta il matrimonio del decennio, quello tra il principe William e la fidanzata Kate, un evento rosa che si annuncia sfarzoso almeno come quello che venne celebrato tra i genitori dello sposo, il principe Carlo e Lady Diana. Tavole imbandite, protocollo regale e centinaia di invitati. Ma a migliaia di km di distanza, nel cuore dell'India, a Jaipur, non c'è bisogno di avere a che fare con due principi per assistere a delle nozze da mille e una notte. Qui, nel cuore del Rajasthan, nella «città rosa» famosa per il colore predominante delle sue abitazioni, si è celebrato un matrimonio da 140 mila euro.


http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_05/nozze-india-ambra-craighero_8247a570-476a-11e0-b6b9-265b0f3bef10.shtml

http://www.corriere.it/gallery/esteri/03-2011/matrimonio/1/matrimonio-indiano_77a84e8c-4768-11e0-b6b9-265b0f3bef10.shtml