lunedì 23 maggio 2011

Terrence Malick

Cinque film in quarantanni di attività artistica. Si chiama ( finalmente) onestà intellettuale (e non seriale) espressa senza leggi economiche. In un mondo dove tutti cercano di apparire, qualcuno si nasconde. Malick è l'idiosincrasia verso la prevaricazione, i dualismi, il bianco o il nero, le moralità fatue dove nessuno ha il coraggio di guardarsi veramente dentro senza cambiare la propria vita con quella degli altri.

Come lui scelgo il silenzio, non potendo la serialità, cercando di dare alla mia vita più dignità possibile ( nel bene e nel male). Così che lo spazio intorno a me si possa intersecare - qualche volta e naturalmente - con lo spazio altrui. Di Malick non posso dimenticare il suo secondo film "I giorni del cielo": una splendida composizione corale che sembra uscita da un quadro di Millet, anzi, da tutti i suoi quadri, in una sintesi elementare tra cielo e granoturco.




Milan e Dolce&Gabbana














«La moda oggi è il nuovo calcio»: parola di Dolce e Gabbana, che hanno presentato nello show room meneghino di corso Venezia il libro fotografico «Milan fashion soccer players portraits» realizzato dal fotografo Marco Falcetta (Ambra Craighero)


http://milano.corriere.it/milano/gallery/milano/05-2011/dolce-gabbana_festa/1/milan-festa-dolce-gabbana-_dfd123f0-82bc-11e0-baac-f3bedd074966.shtml#1

http://video.corriere.it/milan-festa-dolce-gabbana-/c7e26ebc-82bb-11e0-baac-f3bedd074966

martedì 17 maggio 2011

E' la prima volta



E' la prima volta che ammiro Milano senza vesti: nuda, nuda come un verme e con la neve. Avevo visto il film in volo per Dubai, l'ho rivisto per riannodare i fili con la sinestesia. Questo film di Luca Guadagnino è finalmente ambizioso e decisamente sopra la media. Nelle arie ricorda i magnifici fasti di Luchino Visconti, con l'immagine protagonista assoluta. Trattasi di un simposio di semantiche e punti prospettici perfettamente allineati in una perfezione dell'inquadratura: mai banale e mai deforme. Una pellicola che mi ha ricordato le bucce del mandarino lasciate sulle stufe ad essiccare.

Il dandy a luci rosse


di Ambra Craighero per Gq

"Quando la segretaria del Vittoriale degli Italiani mi ha accolto dicendomi: "Benvenuto presidente (ndr.nel 2008), questa è la sua chiave", in un attimo ho ripensato a tutta la strada che ho fatto per arrivare fin qui, in questo magnifico sarcofago. Ho realizzato un sogno". Parole e musica di Giordano Bruno Guerri che del Vate - cioè Gabriele D'Annunzio - è un grandissimo ammiratore, nonché inquilino della Cittadella Dannunziana nella quale vive quando i molteplici impegni glielo consentono.

Solo che Guerri conosce a menadito manie e feticci dell'esistenza quotidiana del Vate, quella che ha fortemente caratterizzato la sua presenza ( dal 1921 al 1938) nelle venti stanze della Prioria (la casa del Poeta) con quella straordinaria maniacalità inventiva e accumulatoria con un unico denominatore comune: "l'estetica applicata alla vita in ogni minuzia, con la certosina volontà di essere un amante della vita, oltre se stesso e la sua rappresentazione". Cosicchè un bel giorno, Guerri, nella penombra delle stanze del Vate (che soffriva di fotofobia), inizia ad affinare il suo istinto di cacciatore d'archivi e apre i suoi nove armadi "segreti" chiusi a chiave per più di settant'anni.

Ed ecco spuntare l'invisibile: gioielli, cancelleria, abiti da casa e biancheria intima, occhiali, tabacchiere, la famosa camicia da notte con l' oblò proprio lì, 73 paia di mutande rigorosamente in seta e color avorio con le sue iniziali, così come le 30 camicie da notte, le scatolette con i peli pubici delle sue donne, oltre 300 paia di scarpe disegnate dallo scrittore, i numerosi collari per i suoi levrieri, le meravigliose sottoveste-babydoll da far indossare alle prescelte, che, per soddisfare il sublime estetismo del poeta, erano costrette a spogliarsi dai propri inadeguati abiti e a indossarne di appositi, fatti confezionare dal Vate. Non mancano all'appello gli abiti da caccia, i pigiami e le amatissime vestaglie, cappelli e cappelliere. Oltre alle curiosissime missive spedite alla sua adorata cuoca - con annotazioni quotidiane - ("Mia cara Albina, o Intingola, l' accordo di queste tre cose fritte è sublime"); schizzi per l' esecuzione degli esercizi ginnici in camera per un D' Annunzio,o "dandy abbronzato" che si fa baciare dal sole quando la moda imperante per i letterati dell'epoca era di essere contemplativi e pallidi, celebrando così un vivere inimitabile che ancora oggi è una lezione di vita.

http://www.gqitalia.it/show/lifestyle/2011/5/gli-abiti-a-luci-rosse-e-gli-accessori-da-dandy-hot-di-gabriele-d-annunzio-spiegato-al-vittoriale-da-giordano-bruno-guerri#?refresh=ce

La mille miglia e le donne

Donne e motori. E' un classico. Un mix che fa sognare. Un po’ come il pittore e la sua musa. Solo che qui, alla Mille Miglia, l'altra metà del cielo non è soltanto una figura complementare come la velina o la miss di turno a fare bella mostra di sè al paddock, ma è anche mito, passione.

Le donne qui stanno al volante. Ed è bello pensare che qualcuna tra loro possa portare con disinvoltura la tuta feticcio indossata da Steve Mcqueen durante le riprese del film “Le Mans”, in pendant alle scarpe ballerine a pois.



http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/una-freccia-rosa-trafigge-le-lady-driver-di-tutto-il-mondo-1.744090

http://www.giornaledibrescia.it/fotogallery/la-mille-miglia-e-le-donne-nelle-foto-di-ambra-craighero-7.9647

La Mille Miglia si fa «hi-tech» tra wi-fi, smartphone e gps

La «Corsa più bella del mondo» compie 84 anni. Un traguardo da leggenda, il cui fascino è rimasto quello di un tempo. Anche se oggi l'evoluzione della gara passa dalla tecnologia, che ha cambiato la kermesse. Mille Miglia è anche convergenza, fruizione e condivisione dell'evento. L'hi-tech assume un ruolo di primo piano, ridefinendo le figure di pilota e co-pilota.








http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/la-mille-miglia-si-fa-hi-tech-tra-wi-fi-smartphone-gps-e-altre-diavolerie-1.745215

http://www.giornaledibrescia.it/fotogallery/la-mille-miglia-e-l-hi-tech-nelle-foto-di-ambra-craighero-7.9688

lunedì 2 maggio 2011

Cohousing: nuove forme di vita condivisa

Vivere nel «condominio intelligente» : Ognuno da sé. E la lavanderia in comune. Famiglie e single condividono spazi e spese. Il co-housing per risparmiore e per inventare nuovi modelli di vita.

MILANO
- Fanno venire in mente le comuni degli anni 60'. Ma nulla hanno a che fare con la rivoluzione culturale e di costume di quegli anni, se non la voglia di condividere spazi e esigenze di vita. Stiamo parlando nel fenomeno del co-housing, letteralmente «abitare insieme», che sta silenziosamente proliferando in Italia sia nelle città che nelle limitrofe periferie o addirittura nelle campagne, dove famiglie, single, coppie dividono lo stesso spazio abitativo con nuove forme di condivisione e aggregazione. Il «condominio intelligente» a dire il vero tanto nuovo non è, se si pensa che già in Danimarca negli Anni '60, o negli Stati Uniti o in Canada, la filofosia del «co-housing» era una valida alternativa al classico condominio multipiano convenzionale.


http://www.corriere.it/cronache/11_aprile_27/craighero-co-housing_c4bc9c4e-70fa-11e0-ab04-b531fdc27c0d.shtml

http://www.corriere.it//gallery/cronache/04-2011/co-house/1/spazi-tempo-figli-vivere-co-housing_f7f1d8c0-70ed-11e0-ab04-b531fdc27c0d.shtml#5