martedì 12 agosto 2008

Up here it's different

LightHouse, Fanad in Donegal Ireland

Tagli di luce di Peter Greenway e cassaforti nello stomaco con segreti inconfessabili. Mille passi come : - "i sassi, dal mare consumati.." - di Gino Paoli, in una Milano avvolta dal cellophane delle ultime note dell'afa di agosto. Milano, deserta come certe lande sterminate irlandesi dell'Ulster. Da Rosse's Point a Saint John's Point, fino a Donegal bay il motto è uno solo:


Up here it's different.


Diverso come la Torre Velasca che sembra l'ultimo grande oracolo contemporaneo, uscito dal film Metropolis di Fritz Lang: un ufo con i pieidi da califfo e centinaia di occhi laser.


Differente,

come il capolavoro di Peter Greenway che ha scritto la sua epopea artistica, qui, sotto la Madonnina imbolsita, sulle orme di Leonardo Da Vinci, clonando l'Utima Cena. E niente codici per una volta, ma addio ai facili abissi di Atlantide o alle profezie di Nostradamus dei calendari di Frate Indovino. Spuntano da un crepusccolo barocco solo luci artificali scagliate nel concetto di spazio esteso, infinito.



E' in questo walk,

con gli infradito rosa, che finalmente mi hai promesso il tuo battesimo artistico. Senza conti, o sconti, nel tempo o senza tempo, tra la ricerca del mentre e quella del tutto. Perchè non ha prezzo. La vita, dico.