giovedì 31 luglio 2008

«TUTTO CIO' CHE NON VIENE DONATO VA PERDUTO»

Copyright 2008 © Ambra Craighero


Quando le utopie cominciano a scivolare sul tuo corpo come gocce di sudore, capisci che qualcosa è cambiato. Per sempre. Ti alzi alla mattina per andare verso un regno dove : « buon giorno vuol dire veramente buongiorno » - come scriveva Cesare Zavattini - e i passi cominciano ad avere una sagoma sull'asfalto. Non sono più futili gradini legati alle fortune altrui, ma sono piccole lanterne che volano verso il cielo. Scompaiono le centinaia di pallottole incartate dalla scrivania e inizi a scoprire che il foglio prende forma, le lettere corrono una maratona con il cuore, e in un attimo - che dura un'eternità -, ti guardi alle spalle.



Per toglierti un sassolino dalla scarpa e sapere che: nel 1974, Jacques Brel aveva mollato il lavoro, la ricchezza, la moglie, le figlie, l'imborghesimento per iniziare a vagabondare per cielo e per mare. Ha così accarezzato l'Europa come un novello Saint-Exupéry (http://www.antoinedesaintexupery.com) e con il suo veliero Askoy, è partito per un giro del mondo che si è fermato a metà strada, in Polinesia. Guarda caso ad Atuona, un villaggio di Hiva Oa, un' isola dell'arcipelago delle Marchesi (http://www.lisolaweb.com/it/a/il-postino-delle-isole) , dove si era esiliato anche Paul Gauguin. La valigia è pronta e se fossi un uomo avrei sicuramente la barba (incolta).

ANA CRISTINA CESAR

Ana Cristina Cesar




RIO DE JANEIRO - Ana Cristina Cesar ha vissuto più di una volta, ha viaggiato il mondo, ha studiato letteratura, cinema, poesia e ha pubblicato in edizioni indipendenti. Gui ha studiato nella sua facoltà la PUC ( http://www.puc-rio.br/)- Pontifícia Universidade Católica do Rio de Janeiro (PUC) . L'ha immaginata in mezzo al bosco a scriver le sue poesie.



Ho un foglio bianco
pulito e in attesa di me:
invito muto

Ho un letto bianco
e pulito e in attesa di me:
muto invito

Ho una vita bianco
e pulita in attesa di me.

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Tu vuoi il sonno: spógliati dei rumori, e
dei resti del giorno, lévati dalla bocca
il traffico e il pugnale, ombre delle
tue grida, e vestiti, pianti, corde e
anche i volti che appaiono al
tuo sonoro modo di dare, e gli altri corpi
che si stendono e si calpestano, e le mosche
che volano sul cadavere di tuo padre, e il dolore (non sentire)
che si prepara a carpire la tua veglia, e i canti che
dimenticarono le tue braccia e i tanti movimenti
che perdono i tuoi silenzi, e i venti alti
che non dormono, che ti guardano dalla finestra
e dalla tua porta penetrano come pazzi
poiché niente ti abbandona né tu al sonno

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L’originale in Portoghese:

TU QUERES SONO

Ana Cristina Cesar

Tu queres sono: despe-te dos ruídos, e
dos restos do dia, tira da tua boca
o punhal e o trânsito, sombras de
teus gritos, e roupas, choros, cordas e
também as faces que assomam sobre a
tua sonora forma de dar, e os outros corpos
que se deitam e se pisam, e as moscas
que sobrevoam o cadáver do teu pai, e a dor (não ouças)
que se prepara para carpir tua vigília, e os cantos que
esqueceram teus braços e tantos movimentos
que perdem teus silêncios, o os ventos altos
que não dormem, que te olham da janela
e em tua porta penetram como loucos
pois nada te abandona nem tu ao sono.


Gui, molto presto, ci vedremo alla Livraria Travessa do Ouvidor a Rio.