venerdì 12 marzo 2010

La panchina della vita


Un uomo è un essere imperfetto, che sbaglia, cade e si rialza per andare avanti. Però può capitare di cadere e di non avere la forza di rialzarsi e così in un attimo ci si perde, smarrendo se stessi e la propria vita e ci si trova in balia dei rimorsi e dello sconforto, incapaci di chiedere aiuto. Questo è accaduto ad Angelo Starinieri, architetto e manager di fama internazionale che, ha perso la strada di casa e ha posto la sua dimora a Milano, diventando un clochard. Sto leggendo il suo libro e vivendo - seppur da un comodo divano -, il lucido disagio che ha catturato la sua mente e che ha reso prigioniera la sua anima, avvilita per le attenzioni non date e amareggiata per la consapevolezza di non poter tornare indietro. La sua espiazione tra i cartoni che sapevano di formaggio perché avvolgevano il parmigiano reggiano e quindi profumati, in un on the road vero, autentico,senza ipocrisie o falsi perbenismi. Ma è solo con l’aiuto di una donna che Angelo ritorna a vivere, senza essere giudicato. Si lascia alle spalle il passato, si lecca tutte le ferite e impara dai clochard, - con la sua nuova vita - che la regola è non chiedere mai. Ed è da questo esercizio divino che dovrebbe germogliare la nostra leggerezza, con un dialogo franco: con noi stessi e gli altri. Quando sei alla deriva, qualcuno ti salverà sempre, perché in quelle tasche bucate della giacca, c’è il risveglio. E quando piove, finalmente, si bagnerà l’orgoglio.

Un grazie ad Angelo Starinieri, "Angelo Smarrito"