domenica 26 aprile 2009

«Non esistono note sbagliate.»

Quando una storia finisce...finisce..finisce...C’è qualcuno che ama qualcun altro; c’è qualcun altro che ama qualcuno; c’è qualcuno che ama sempre se stesso e si divide. Anche equamente. Se fosse un’equazione sarebbe perfetta. Sarebbe la somma algebrica delle sottrazioni e delle moltiplicazioni della vita, inscritte in una partitura dalle note malinconiche. Note che contengono la sofferenza dei suoni degli anulari che rigettano i tasti. E così le sonate diventano esercizi dell'anima, incroci di destini dagli sguardi setosi al buio, in una lezione infinita di chi sta lottando con tutte le sue forze. E' lì che devo vivere, in quei paesaggi dell'anima - o luoghi seducenti - che mi colgono lungo la strada, fra i riverberi della fonte sonora e gli incendi spirituali. In un attimo, in un abisso, prima del preludio e dopo la fuga, - il pedale rimane muto per le prime 39 battute - , ascolto e penso ad un cedro che si apre all'apice dei rami senza fioritura, con la scorza limata all'osso. E poi lentamente si defoglia in primavera come fosse un gelido inverno, in cerca di un esilio, che non sarà mai l'ultimo. Dedicato Patrizia Runfola & Janet Paterson Frame