domenica 30 gennaio 2011

Doganieri,incenso e neve: l'est




Ci sono foreste infinite, stelle,lumini, candele accese, nei villaggi che abitano le periferie europee. Icone della penombra nascoste nel sottosbosco dell'incenso e carrozze che sono diventate souvenir per i turisti. Eppure ho preso un treno di quelli che si fermano nel nulla in mezzo alla steppa e alla neve. Dai finestrini un manto bianco di tutto: nebbia,nevischio,ghiaccio,rugiada e quel profumo di betulla con la corteccia bianca che resiste indomito vicino a mulattiere e pastori. Qui, quando c'è la luna, è sempre al neon: un faro nel cielo per popoli dimenticati che spesso la storia li ha resi più timorati di Dio.

Adoro tutte le forme della povertà nella loro grandezza: cariatidi che sono lunghe e indefinite come le colline polacche,mondi vicini e sconosciuti che vanno annusati e minuziosamente penetrati sebbene per arrivare qui ci sono ancora le frontiere e per chi le attraversa non è solo un passaggio fisico,ma anche un'emozione da batticuore: dentro o fuori. Una linea ideale, una linea che ricorda il gesso sulle lavagne. Ho preso autobus e tram, mi sono lasciata guidare dal fiuto e non ho potuto annotare sul mio taccuino gli obsoleti - e scoloriti - sacchetti di plastica delle vecchie signore con il viso scolpito dal freddo; i doganieri che ovunque li incontri, portano sospetti alla polizia, con quella mercanzia ritrovata nelle case senza nome della rivolta contro il regime. Ma quando sei oltre, il tuo diventa un viaggio che va sempre oltre tempo. Vorrei visitare anche l'ucraina e quel che resta dell'Europa orientale, che è l'ultima fotografia in bianco e nero del mondo di ieri che ancora non paga il conto con il capitalismo e la globalizzazione. Vorrei poter dire un giorno :"ho attraversato a piedi i confini dell'Est per vivere le ultime preghiere e ore di un serbatoio culturale capace di rompere ogni confine - e lingua -, nella ricerca di un'estasi. Un'estasi qualunque".

Cracovia,
scritti di un'errante che ha nello zaino le havaianas e l'amore


giovedì 20 gennaio 2011

I tre milanesi (rifiutati in Italia) che hanno sfondato nella Silicon Valley





MILANO - Sono cresciuti a pane e tecnologia, avendo come modello le storie di successo del fondatore di Microsoft, Bill Gates, e quella vissuta vent'anni più tardi da Mark Zuckerberg, l'ideatore di Facebook. Anche loro avevano il pallino dell'informatica. E anche loro alla fine il loro progetto l'hanno realizzato in California, in quella Silicon Valley che negli ultimi decenni è stata la culla dell'innovazione. Augusto Marietti, Marco Palladino e Michele Zonca, rispettivamente 22, 21 e 28 anni, sono però italianissimi. E in Italia avevano anche provato a coniugare business e nuove tecnologie. Con un progetto valido in testa e tanta voglia di fare, hanno atteso per mesi una risposta che non è mai arrivata, bussando a centinaia di porte e confidando in venture capital che non erano pronti al rischio. Così hanno deciso di buttare lo sguardo oltre oceano. E sotto il sole californiano qualcuno li ha notati.

http://www.corriere.it/cronache/11_gennaio_20/tre-milanesi-rifiutati-in-Italia-che-hanno-sfondato-nella-Silicon-Valley_1ef7b94c-246f-11e0-8269-00144f02aabc.shtml

martedì 18 gennaio 2011

Punto decimale,39 zero e un 1



"Riesci a vedere il cielo dal piano terreno quando tutte le parti dell'universo si allontanano l'una dalle altre? Per saper osservare la frazione di secondo in cui si è formato l'universo occorre riconoscere le stelle e le galassie che viaggiano dentro di noi "(dal film). Solo gli oggetti che viaggiano più veloce della luce non possono esser visti,se così è,perchè sulla terra dove non siamo certo degli elfi,non riusciamo a cogliere il punto decimale,39 zero e un uno,ovvero l'attimo in cui si è formato l'universo negli esseri? Amo l'arte più degli uomini, amo la pittura o il mistero dell'espressione artistica - in tutte le sue forme - perchè i punti cardinali dell'artista sono la ricerca assoluta della verità e la meticolosità nel raggiungerla. Per fare un esempio,mi viene in mente Giorgio Morandi, il grande pittore delle nature morte che non chiedeva altro....Ha sempre vissuto a Bologna, senza metter mai piede altrove, eccetto Grizzana, sull'Appennino bolognese, quando andava con le sorelle.Andate a vedere la sua angusta stanza di Via Fondazza è una carezza sulla fronte: un letto,una scrivania,un cavalletto,una lampadina scoperta,dei libri e i grumi dei colori seccati sulle pareti. Nient'altro. Lui che non sapeva scrivere a macchina, scriveva a mano intingendo nel calamaio la sua meditazione del saper essere sempre se stesso: tra quattro mura e solo per 10 selezionati quadri all'anno. Gli altri? Li distruggeva, li faceva a pezzi perchè erano come i suoi dubbi o ripensamenti. La sua verità era fatta di bicchieri, bricchi, portalumi, caffettiere. La mia? Ha le vene scoperte e preferisco osservare il cielo a occhio nudo aspettando le scie luminose di polvere e roccia - meteroidi - che cadono dallo spazio nell'atmosfera.

Ambra,come X2+ 1 = 0
equazione irrisolvibile