domenica 27 giugno 2010

Mistica baltica


Copyright © Ambra Craighero


La casa dell'amore non ha serrature, bensì porte e finestre sempre aperte. Ha ragione Anaìs Nin quando scrive che lo svelamento di una donna è una cosa delicata. Non avviene mai di notte. Specialmente se si incontra un uomo che di notte dorme sul divano o sui tetti in cerca delle stelle. Gli amici, le persone grate o ingrate, talvolta geniali o capaci di esplorare il mondo dentro di noi, sanno che rappresentiamo quel momento e non un altro, sanno qual'è il fuoco sacro che accende le nostre passioni senza bussare alla nostra porta. Il libero, l'inafferrabile avventuriero che cade in una trappola, una trappola d'amore, sarà così umano,da essere amato nella sua modestia e nella sua disubbedienza.

Aspettando il bus per Kaunas, guardavo la gente sul marciapiede. Ogni viaggio mi suscita la stessa curiosità, la stessa speranza che si prova a teatro prima che si alzi il sipario, la stessa ansiosa aspettativa. Ho guardato tutti gli uomini e le donne sul marciapiede: una carellata di piccoli segreti, ombrelli bucati, ricrescite bianche, jeans stracciati come i pensieri.Tuttavia, sono quelli che aspettano a colpirmi. Minuti, ore; qualcosa,qualcuno. Quel che resta.

Se poi si cercano le croste, i muri ammuffiti e dipinti, le possibili strade della perdizione dove si cammina scalzi in cerca dell'identità, si trovano gli ossigeni e gli idrogeni: ossigeno lui, idrogeno lei; la figlia? Un intreccio di fluidi e solidi, un principio di fuoco e fiamme in cerca delle ali delle farfalle.

Per molti la vita è una palude. Ci sono troppe lumache che attraversano i giorni della mia vita senza un perchè e con mille ragioni. Sono grigi, hanno l'anima senza interruttore, la luce si accende così di rado che si dimenticano di vivere o che vivono per pagare la corrente altrui.

E non è un caso se in una sporca mattina di giugno, dove le stelle sono passate veloci a mezzanotte, qualcuno si è acceso una sigaretta con i miei pensieri: nientemeno che una bella donna, che era stata una bellissima donna.

Di quelle che ti fanno girare il collo con il canto delle civette annesso. Aveva un fiore, un fiore viola che gli spuntava dai capelli : tinti, neri e corvini. Davanti ai miei piedi gli è caduto. Non l'ho raccolto. L'ho guardato dal finestrino del bus. Quel fermacapelli si è attaccato al cemento come una colpa d'amore, ma l'amore non ha mai colpe. Edgar Lee Master scriveva "non ci sono matrimoni in cielo: bastano quelli sulla terra".

La signora dal fermacapelli viola potrebbe scrivere un'antologia al riguardo. Ne sono certa.




Kaunas, Lituania

mercoledì 16 giugno 2010

Farfalle nello stomaco

lunedì 14 giugno 2010

Beppe Signori e le figurine

BOLOGNA – Dici Panini e a Beppe Signori gli si illuminano gli occhi. L’ex bomber del Foggia di Zeman, della Lazio, della Sampdoria e del Bologna, nonché della nazionale italiana nel Mondiale americano di Roberto Baggio, con Arrigo Sacchi in panchina, quello della finale persa a Pasadena, è uno che le «sue» figurine se le ricorda tutte: dalla prima nel Leffe all’ultima nel Bologna, città dove ha rialzato la china e chiuso da grande protagonista la sua splendida carriera italiana, prima di appendere le scarpe al chiodo giocando con i greci del Sopron.





http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/14-giugno-craighero-signori_866d2268-778d-11df-9d1c-00144f02aabe.shtml

Nella fabbrica delle figurine Il Mondiale a colpi di stickers

MODENA – «Ho tre Baggio, mi dai un Beppe Signori? E se ti do un Fabio Capello del mondiale in Messico 1970, tu mi dai un Rivera di qualsiasi anno per il mio papà? Senti, se proprio non vuoi, facciamo che oltre a Capello, ti do la doppia "figu" dello scudetto dell’Inter di quest’anno e tu mi dai la tua doppia di Andrea Pirlo del mondiale in Sudafrica». Hanno fatto trepidare intere generazioni di ragazzini e ancora oggi sono nelle tasche dei bambini. Scambi, trattative per completare l’album, mini "bische" per giocarsele con gli amici durante l'intervallo a scuola. E infine, per molti, il rituale dei lanci delle figurine giù dai muretti o dai cavalcavia quando passava una ragazza. Il loro appeal non è mai tramontato: nell'era di Internet e delle console supertecnologiche, le figurine conquistano ancora il cuore di giovani e meno giovani. E alla Panini, che di questo mondo è il nome per antonomasia, ne vanno orgogliosi.

http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/14-giugno-craighero-fabbrica_2a8d9056-778b-11df-9d1c-00144f02aabe.shtml

http://www.corriere.it/gallery/sport/06-2010/mondiali-calcio-sudafrica/21/panini-fabbrica-figurine_bcb2902a-778c-11df-9d1c-00144f02aabe.shtml#1