mercoledì 20 ottobre 2010

Inno a John Keats

Ci siamo rapiti? Con i paesaggi, i versi dei poeti declamati ad alta voce,le distese sconfinate di lavanda che coltiveremo?La poesia è come si guarda il mondo, i bambini,il cielo, la vita,senza farsi troppo vedere. Lei, ha paura a scoprire tutte le sue carte ..e allora fugge via...perchè non resta senza pelle. Crisalidi e farfalle, farfalle e crisalidi.Forse saremo dei crisalidi infiniti senza mai diventare farfalle, perchè le farfalle volaranno dentro di noi.

«Non sono certo di nulla tranne che della santità degli affetti del cuore, e della verità dell’immaginazione.Quel che l’immaginazione percepisce come bellezza deve essere vero,sia o no esistito prima,poiché secondo me tutte le nostre passioni sono come l’amore: tutte, se intensamente sublimi, sono creatrici di bellezza pura». John Keats

«Una bella cosa è una gioia per sempre:la sua bellezza aumenta e mai
sparirà nel nulla». John Keats

«Fulgida stella, fossi fermo come tu lo sei ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte, a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno, come paziente di natura, insonne eremita, le mobili acque al loro dovere sacerdotale di puro lavacro intorno a rive umane, oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta della neve sopra i monti e le pianure. No – pure sempre fermo, sempre senza mutamento, vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore, sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,e così vivere in eterno – o se no venir meno nella morte».