domenica 28 febbraio 2010

The stab city




http://www.riandundon.com/published.html
http://www.riandundon.com/

Rian Dundon è un giornalista e fotografo irlandese. Vive tra Dublino e Limerick. Pensa, scrive e fotografa con il fegato in mano. Ho una grande ammirazione per chi non fa sconti. Qui non c'è posto per la poesia. E Rian lo sa. Primo Levi parlava di ciò che è disumano - i carnefici -, ma coloro sono umani, forse diversamente da noi? E le vittime torbide, le persone che nuotano perennemente nelle ombre afflitte dai sensi di colpa, non sono più che mai complici?Rian,quando si guarda il mondo - e gli altri - dritto negli occhi, non si può mai mettersi l'anima in pace. Certi sguardi, certi racconti di vita miserabilmente vera, non hanno il tempo di chiedere ai sogni una stella.

mercoledì 24 febbraio 2010

Mondine



Ho appena parlato con una mondina, una di quelle ragazze che mille volte ho associato a Silvana Mangano nel film Riso Amaro. Ho riscoperto che cosa è la vita e la storia in pochi attimi. Ho respirato la fatica e la disperazione dentro le rughe e il colletto a fiori di una bellissima ottantenne che canta. Canta insieme ad altre mondine nel coro, un coro straordinario. Grazie Andrea per avermi fatto vivere il tuo film, quando sono circondata dalla vacuità. Grazie per avermi ricordato da dove provengo: dalla terra, da chi si è forgiato nella miseria e ha lottato nel Dopoguerra. E grazie ancora alle mondine che cantano dappertutto - per strada, in metropolitana, sui traghetti, a tavola - perchè cantare è come resistere, senza un filo di nostalgia.

giovedì 11 febbraio 2010

Il mio cappotto ( solo di cammello)



Ho tremendamente bisogno di un cappotto di cammello. Quando sono sola e mi stacco dal mondo mi attacco ai vetri. Non voglio soluzioni facili, neanche difficili. Mi piace scoprire qualcuno da come beve il caffè. Adoro le tazzine di porcellana bianca sporcate con il rossetto fuxia delle signore di mezza età. Mi danno la sensazione che oltre la pelliccia di visone ci sia sempre la volontà di riuscire a morire poveri. Da poveri. Il cappotto di cammello dicevo. Ne ho visto uno addosso ad uomo, un bell’uomo senza età. Segnato, segnato dalla vita. L’ho sbranato con gli occhi, gli ho mangiato le cuciture del paltò perchè si sentiva nell'aria la magia della sartorialità scapigliata. Era spettinato. Non poteva essere diversamente. Ho pensato a Marlon Brando, al suo essere selvaggio, a quel cappotto che copriva le sue spalle sotto le inferriate della metrò di Parigi visto nel suo celebre Ultimo Tango. Bernardo Bertolucci ha coperto i desideri di tutti gli uomini a soli 32 anni. Li ha messi sul portamento di un irripetibile Paul ( Marlon nel film): un uomo da un passato confuso, vicino alla perdita della giovinezza.Bertolucci ha più volte affermato di aver sognato una bellissima donna sconosciuta per strada e di aver fatto l'amore con lei senza sapere chi fosse. Dobbiamo essergli grati in eterno. Era senza calze. Non c'è un perchè.Mai, nemmeno sotto zero.













mercoledì 10 febbraio 2010

La sonata del mare ( a vela)

Christian Scherrer racconta le sue imprese sui mari. Emozioni e curiosità di uno dei professionisti più richiesti nelle regate di alto livello. Indimenticabile la sua vittoria nell’America’s Cup del 2003 ad Auckland con il team di Alinghi.

Christian Scherrer vive tra Zurigo e Valencia, le sue due anime. Lo incontriamo a Zurigo, a pochi passi da Paradeplatz, il cuore della città. Scherrer è nato a Winterthur, città di mecenati con una ricca tradizione industriale che si trova a una trentina di chilometri a nord-est di Zurigo.

Essere nato in un paese alpino non gli ha impedito di scoprire – accanto ai laghi – il mare. Da bambino ha navigato con il padre nel Mediterraneo francese. Più tardi è arrivata la scoperta dell'oceano, delle derive e delle grandi dimensioni. La sua è una storia di tempeste vissute sulla pelle, di regate e coabitazioni difficili con gli altri, di sofferenza e di gioia.

http://www.swissinfo.ch/ita/sport/La_sonata_del_mare.html?cid=8267638

venerdì 5 febbraio 2010

«La mia casa, una palafitta sulla città»

MILANO - Per vivere in una palafitta a Milano, in una dimensione forse più legata al mondo animale che non alla società urbanizzata e ipertecnologica dei giorni nostri ci vuole coraggio. E questo coraggio lo ha sicuramente Duilio Forte, designer milanese fuori dal comune, che ha deciso di sperimentare su se stesso le sue innovative idee di architettura. Dopo un lungo via vai di telefonate – il navigatore satellitare da quelle parti non dava segni di vita -, ci ritroviamo in un luogo sperduto: tra la vecchia campagna abbandonata milanese e quel che resta delle risaie e delle ex industrie tessili, a pochi passi dalla tangenziale est, non lontano dall’aeroporto di Linate. Quarantadue anni, milanese, Forte è un designer che sfugge ai designer. Ha superato e reinterpretato l’architettura rompendo con tutto ciò che è facilmente progettuale e si è rifugiato in questa landa di terra ai margini della città, contesa da una campagna che resiste sottoforma di sterpaglia, con qualche principio di orto qua e là, mentre la periferia si allunga con i tentacoli senza sapere dove finirà.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_febbraio_4/palafitta-ambra-craighero-duilio-forte-1602404136191.shtml

http://milano.corriere.it/gallery/milano/02-2010/palafitta/1/palafitta-tangenziale_e06c2e38-1173-11df-806e-00144f02aabe.shtml#1

Quel pazzo sulla sua macchina volante

Il volo a vela italiano ebbe origine a Pavullo del Frignano per merito di Luigi Federico Teichfuss, uno svizzero passato alla storia per le sue imprese da ciclista e per le innovazioni tecnologiche degli aerei plananti da lui stesso costruiti.

Ludwig Fréderic Teichfuss, che diventerà in seguito Luigi Federico Teichfuss, nacque a Lucerna il 15 Dicembre 1884. Nella sua vecchia casa di Pavullo del Frignano, in provincia di Modenda, c'è ancora una targa che lo commemora.

Per chi ama le storie epiche, Pavullo del Frignano è il posto giusto. Qui si danno appuntamento gli appassionati di alianti, per il raduno di velivoli d'epoca. Un raduno che porta proprio il nome dell'illustre pioniere dei cieli svizzero.

http://www.swissinfo.ch/ita/rubriche/primo_piano/Quel_pazzo_sulla_sua_macchina_volante.html?cid=8176818