martedì 7 giugno 2011

Biennale di Venezia, il look diventa un'opera d'arte










di Ambra Craighero GQ


Senza limiti, verrebbe da dire sotto il cielo della Laguna. In una Biennale delle Arti Visive di Venezia, la mostra più attesa nel mondo dell'arte contemporanea, la più prestigiosa nonché " la madrina di tutte le biennali d'arte internazionali", non poteva mancare, oltre ai significati civili, il dialogo e il collegamento tra l'arte e i fenomeni sociopolitici, il lato più trendy catapultato tra i Giardini e Arsenale, dove migliaia di giornalisti e addetti ai lavori da tutto il mondo hanno assistito al lato "esibizionistico" legato all'ego di stravaganti curatori, artisti, visitatori e chi ne ha più ne metta.

Un'oversose di colori, di improbabili e inverosibili accostamenti o provazioni: provocatoria l'idea di mettersi il burka o lo chador decontestualizzando un simbolo religioso, mentre tra le calli veneziane le vere donne musulmane erano dirette ai Giardini della Biennale oppure a fare la spesa senza battere ciglio.

Stravagante come sempre Roberto D'Agostino, l'ex disc-jockey nella trasmissione radiofonica "Bandiera gialla" con Arbore e Boncompagni, esperto di look e deusxe machina di "Dagospia", uno dei siti più seguiti per pettegolezzi e scoop sul mondo economico e politico italiano che ha sdoganato con un abbraccio e un "Ciao Bello" la celebre rissa in tv con Vittorio Sgarbi, quest'ultimo, curatore del Padiglione Italia intitolato "L'arte non è cosa nostra".

Eccovi un viaggio nella creatività,nell'ingegno,nel business e nel know-how tra i personaggi (sconosciuti) della Biennale in cerca di visibilità...Sono o non solo un'opera d'arte?

http://www.gqitalia.it/moda/articles/2011/6/biennale-di-venezia-il-look-diventa-un-opera-d-arte