mercoledì 16 marzo 2011

Il paradigma India

L'India misteriosa con le incontrollabili periferie dell’ex impero britannico che si aprono a fisarmonica per poi stringersi in corridoi stretti come colli d’oca, valicabili solo con la pazienza del nomade incallito. L'India che ti sfinisce per ogni dettaglio che rischia di rimanere irrisolto se non si ha la situazione sotto controllo. Il mitico Gange che è sacro e colabrodo con i corpi putridi e insaponati di chi non ha altro che quest'acqua dalle migliaia di vite. Strade e marciapiedi che si sbriciolano come la pastafrolla sotto gli occhi senza motivo, mentre gli indiani sono tutti in strada, aggrovvigliati tra loro come serpenti, uniti da un destino insolubile, colorati da un senso della vita che supera l'accettazione di ogni cosa per poi crollare miseramente sotto i colpi dei resti delle grandi dinastie con il savoir faire british. E' il ricordo dei britannci che impera come modello ideale di rara superiorità, laddove tutti sanno benissimo che l'impero inglese ha depredato tutto. Eppure, ancora oggi, c'è il segno tangibile delle divise bianche (il cricket dei ricchi, i lord, indiani, le divise nei grandi alberghi, l'ora del thè, ecc.), per non parlare delle auto ambassador bianche un pò retrò, che sfrecciano in mezzo alle pozze di fango dove vivono 365 giorni l'anno file interminabili di intoccabili.