venerdì 3 settembre 2010

Tanta Svizzera alla Biennale di Venezia

È sotto la stella di Kazuyo Sejima, la prima donna a dirigere la Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, che si è aperta un’edizione – la dodicesima – orientata a indagare il tempo e lo spazio presente come specchio di quanto l’architettura può costruire come arte. La chiave di lettura di questa grande kermesse è infatti proprio l’utilizzo di un linguaggio basato sulle emozioni suscitate da ambienti diversi.


È sotto la stella di Kazuyo Sejima, la prima donna a dirigere la Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, che si è aperta un’edizione – la dodicesima – orientata a indagare il tempo e lo spazio presente come specchio di quanto l’architettura può costruire come arte. La chiave di lettura di questa grande kermesse è infatti proprio l’utilizzo di un linguaggio basato sulle emozioni suscitate da ambienti diversi.

Ecco perché Kazuyo Sejima – vincitrice del Pritzker Prize 2010 – ha fortemente voluto un confronto sulle possibilità dell’architettura, focalizzandosi sulle relazioni tra le persone e lo spazio. Lo spettatore è dunque parte integrante di un ingranaggio, e non un osservatore passivo alla ricerca di risposte. Insomma: un cammino che è un soffermarsi piuttosto che un correre, in cerca di un futuro il più possibile a misura d’uomo.

Il percorso espositivo People Meet in Architecture (le persone si incontrano nell'architettura) si snoda tra le 46 nazioni partecipanti, passando da architetti, ingegneri e artisti provenienti da tutto il mondo.

http://www.swissinfo.ch/ita/cultura/Tanta_Svizzera_alla_Biennale_di_Venezia_.html?cid=28260114