domenica 29 giugno 2008

"La felicità è reale solo quando è condivisa"

A 22 anni, dopo essersi brillantemente laureato, Johnson McCandless ha donato tutti i suoi risparmi in beneficienza, ha spezzato carte di credito e distrutto documenti, e si è messo in viaggio, solo, verso il selvaggio Alaska. C'è una frase che il protagonista ripete e che è quasi un'ossessione: "Chiamare le cose con il loro nome". La verginità è il punto di partenza : una sorta di speciale "vocazione" che le terre selvagge confermeranno e custodiranno; la lettura di Tolstoj e pochi, preziosi incontri lo purificheranno dal rancore e dalla rabbia. Così, l'ultima frase annotata sul diario prima di morire : - "La felicità è reale solo quando è condivisa" - suona come una inarrestabile ricerca della verità: assoluta, primigenia, sola e assassina come una bacca velenosa.