venerdì 15 luglio 2011

Dattoli, startupper a 20 anni: "Ci prendevano per alieni"









Ambra Craighero per Wired

Un buco per cominciare, qualche risparmio, due mac e un sogno chiamato digital marketing. E poi collaborazioni gratuite per farsi conoscere. Così è partita Viral Farm.

È cresciuto a pane cioccolata e tecnologia (con il dono della sintesi), avendo come modello la storia di successo di Steve Jobs, spaziando tra l'informatica, i contenuti e i media.


Davide Dattoli ha 20 anni ed è l' anti-bamboccione da cui prendere appunti: da un anno è Digital strategist della Viral Farm, una social e mobile agency bresciana da lui creata insieme a due soci (quasi coetanei), che si occupa di dare visibilità e viralità ai marchi, grazie all'incrocio di più piattaforme. In tasca ha un diploma del liceo scientifico ed è iscritto al secondo della facoltà di Economia e commercio a Milano. Studia nel tempo libero e lavora dalle 12 alle 14 ore al giorno. Non ha fretta, anche se corre come Usain Bolt, il suo idolo. Crede nel presente e cerca di tradurre il futuro con le app e i tablet in testa.

" A 18 anni ho iniziato a capire che dovevo provare a germogliare da solo", dice Dattoli: " e cercavo fondi, leggevo riviste specializzate, fiutavo occasioni per incontrare le imprese o andavo alle startup per conoscere altri startuppers come me in cerca di un'idea da mettere in pratica. Ho sempre desiderato vivere sulla mia pelle il concetto di esperienza d'impresa". E continua: " Le grandi intuizioni aggregative dentro la rete, come quelle di Steve Jobs, sono rivoluzioni prima culturali (e di massa), e solo in un secondo momento tecnologiche".

http://italianvalley.wired.it/news/2011/07/13/startup-dattoli-ventenni.html